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WTI: OPEC taglia output a 1,7 mb/d fino a marzo 2020

FOL
10 dic 2019 | 2 Minuti di lettura
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Almeno fino a marzo del 2020 l’OPEC Plus ha trovato un accordo per un ulteriore taglio della produzione. Un dato positivo per il mercato dell’oro nero che va verso 60 dollari. Restano però diverse incognite degli investitori.

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WTI al test dei 60 dollari

L’Arabia Saudita alla fine è riuscita a convincere gli altri membri dell’OPEC. Almeno fino a marzo del 2020 l’OPEC Plus (OPEC più i Paesi alleati) ha trovato un accordo per un ulteriore taglio della produzione. L’organizzazione, che si è riunita il 5 e 6 dicembre scorso, ha deciso per una riduzione di ulteriori 500 mila barili al giorno*, portando il taglio dell’output a 1,7 milioni b/d*. Un dato positivo per il mercato dell’oro nero che ha generato un apprezzamento del WTI verso 60 dollari*. Diverse però ancora le incognite degli investitori per un mercato il cui equilibrio è legato a doppio filo alle manovre dell’Arabia Saudita e alle buone intenzioni dei vari Paesi membri. Effettivamente, fino ad oggi, la produzione del cartello ha centrato gli obiettivi OPEC solo grazie all’Arabia Saudita (intenta a quotare Saudi Aramco), la quale ha tagliato più delle attese l’output (circa 400 mila b/d*). Una cifra in parte compensata dalla maggior produzione della Russia (che ha alzato l’asticella di 200 mila barili* quest’anno).

L’Arabia Saudita ha rassicurato il mercato dichiarando che continuerà a mantenere la propria produzione sotto i tetti concordati e quindi gli 1,7 mln b/d di tagli saranno effettivi. Intanto in America la produzione si mantiene sui massimi a 12,9 milioni b/d*. Nonostante il calo continuo degli investimenti e dei rig (pozzi di trivellazione), la produzione non manifesta alcun segnale di indebolimento, mentre le scorte rimangono fisse a 1,26 milioni di barili*. L'ultimo taglio dovrebbe dunque garantire nel primo trimestre 2020 un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta, e poi? La risposta dipenderà dall’estensione degli accordi a tutto il 2020 e dall’eventuale incremento della domanda globale. Quest’ultimo un elemento chiave che potrebbe rivelare qualche sorpresa positiva il prossimo anno. Gli indicatori economici globali stanno dando segnali di ripresa, si pensi al PMI manifatturiero dell’Eurozona di novembre o agli ultimi dati del lavoro USA.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

WTI 5Y WEEKLY

Quadro grafico piuttosto chiaro per il WTI che dopo aver testato per ben tre volte (giugno, agosto e ottobre) il supporto statico chiave collocato in area 50 dollari* ha avviato il rimbalzo. I prezzi infatti si sono riportati sui 60 dollari*. Un livello di resistenza fondamentale per la presenza della soglia psicologica dei 60 dollari*, della trend line ribassista di lungo corso, descritta dai massimi di ottobre 2018 e settembre 2019, e del ritracciamento di Fibonacci del 50% di tutto il down trend avviato a ottobre 2018. In tale scenario, l’eventuale superamento di tale barriera (60 dollari*) aprirebbe verso i 63,7 dollari *, dove risiede sia un livello statico che il ritracciamento del 61,8% di Fibonacci, e i 66 dollari*. Al ribasso invece un primo segnale di debolezza sia avrebbe sotto 55,5 dollari, con ritorni verso 53,3 e 50 dollari*.

WTI 1Y DAILY
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