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L'accordo OPEC non smuove l'oro nero

FOL
22 apr 2020 | 2 Minuti di lettura
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Le ultime due settimane per il WTI sono state particolarmente concitate. Dinamica dovuta in parte ai dati macro e alle stime sulla crescita globale molto negativi e in parte al flusso di notizie. Infatti, a risollevare recentemente le sorti del petrolio era stato il tweet di Trump, il quale annunciava il 2 aprile l’imminente accordo tra Mosca e Riad per un taglio dell’output. La festa però è durata poco perché, se solo 10 giorni prima il mercato pensava che tale taglio sarebbe bastato a ribilanciare almeno parzialmente il mercato, sono bastati pochi giorni per cambiare completamente prospettiva.

L'accordo OPEC non smuove l'oro nero

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Le ultime due settimane per il WTI sono state particolarmente concitate. Dinamica dovuta in parte ai dati macro e alle stime sulla crescita globale molto negativi e in parte al flusso di notizie. Infatti, a risollevare recentemente le sorti del petrolio era stato il tweet di Trump, il quale annunciava il 2 aprile l’imminente accordo tra Mosca e Riad per un taglio dell’output di 10 mln di dollari*. Notizia che aveva infiammato le quotazioni del WTI riportandole a 30 dollari*. La festa però è durata poco perché, se solo 10 giorni prima il mercato pensava che tale taglio sarebbe bastato a ribilanciare almeno parzialmente il mercato, sono bastati pochi giorni per cambiare completamente prospettiva. E infatti all’indomani dell’accordo Opec+, il prezzo del petrolio ha nuovamente invertito rotta tornando sui minimi. Di per sé la notizia di un accordo in seno al cartello e che ha coinvolto, se pur indirettamente, anche Canada e USA, è positivo. Ricordiamo infatti che a scatenare la tempesta sull’oro nero fu proprio il dissolversi dell’Opec e l’inizio della guerra dei prezzi. Il problema è che nel frattempo le stime sulla crescita della domanda di greggio sono peggiorate vistosamente.

Ultima a parlare, il 15 aprile, la IEA (International Energy Agency) che stima ad aprile un crollo della domanda di 29 milioni di barili al giorno* e a maggio di 26 milioni*. Come se non bastasse, l’IEA, nel Oil Market Report di aprile ha anche specificato che “Non esiste un accordo fattibile che possa ridurre l'offerta in misura sufficiente a compensare tali perdite di domanda a breve termine*”. Una doccia fredda per il mercato e per i produttori. Cosa attendersi ora? Indiscrezioni Bloomberg riportano che il dipartimento dell’energia USA starebbe pensando di offrire piani di compensazione ai produttori americani per bloccare la produzione o ridurla vistosamente. Nel frattempo, ieri il future del petrolio di maggio (scadenza oggi 21 aprile) è sceso fino a -40 dollari* (prima volta nella storia), a causa di fattori tecnici dettati dalla difficoltà nello stoccaggio di greggio negli USA (conseguente all’impennata delle scorte a causa del lockdown).

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

WTI 1Y DAILY

Da un punto di vista tecnico la situazione rimane estremamente delicata per il future del WTI (scadenza giugno 2020) che ha aperto la settimana con un calo vistoso del 20%*, riportandosi sul supporto statico a 20 dollari*. Movimento anche accompagnato dal break della trend line su RSI, indicazione di debolezza. Questo il livello chiave che se infranto darebbe sfogo ad ulteriori ribassi con primo target a 18 dollari*. Al rialzo invece operatività di breve sulla rottura di 24,8 dollari*, con target le resistenze a 25,7 e 26 dollari*. Ma il sentiment del mercato cambierà solo al superamento dei 30 dollari*.

WTI 5Y WEEKLY

Rischi

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