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Bassa volatilità e dividendi crescenti: i due fattori per cavalcare il mercato Europeo

18 feb 2019 | 5 Minuti di lettura
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Il nuovo Tracker Certificate di Vontobel replica, in linea di principio, 1:1 le performance del Solactive European High Dividend Low Volatility Index, un basket di 20 società europee che presentano una bassa volatilità e una crescita stabile dei dividendi

Il nuovo Tracker Certificate di Vontobel replica, in linea di principio, 1:1 le performance del Solactive European High Dividend Low Volatility Index, un basket di 20 società europee che presentano una bassa volatilità e una crescita stabile dei dividendi.

È arrivato sul mercato SeDeX di Borsa Italiana un nuovo ed innovativo Tracker Certificate basato su logiche fattoriali con scadenza quinquennale. Il prodotto replica, in linea di principio, 1:1 le performance del Solactive European High Dividend Low Volatility Index, un indice composto da 20 società europee che presentano una bassa volatilità e una crescita stabile dei dividendi. Appartenente alla categoria ACEPI dei certificati Benchmark, il nuovo Tracker Certificate è adatto a quegli investitori interessati a replicare strategie fattoriali basate su dividendi e volatilità all’interno del proprio portafogli. Numerosi studi accademici hanno rilevato che i titoli che distribuiscono in maniera continua alti dividendi ai propri azionisti riescono a sovraperformare il mercato di riferimento sul lungo periodo. Allo stesso modo, è stato dimostrato che i titoli con una volatilità contenuta consentono di ridurre le oscillazioni di portafoglio e massimizzare la remunerazione per ogni unità di rischio assunto.

Le strategie fattoriali

Ormai in voga sul mercato già da qualche anno, le strategie fattoriali hanno conquistato sempre più operatori grazie alla loro logica di diversificazione trasversale e alla possibilità di cogliere le componenti più remunerative di un mercato in maniera diretta. I tradizionali criteri di diversificazione di un portafoglio basati sulla divisione per settori d’appartenenza o per aree geografiche delle società non riescono più a catturare la componente vincente di un investimento e sono diventati ormai obsoleti. Ecco perché già da qualche anno sul mercato si sono affermate strategie d’investimento impostate con logiche differenti, basate su fattori che vanno a ricercare Alpha in componenti nuove come i rendimenti da dividendo, la volatilità di un titolo o una combinazione dei precedenti.

Perché i dividendi sono importanti?

Per un’azienda distribuire dividendi alti e stabili nel tempo è un indicatore di salute economica e finanziaria. L’insieme di questi due fattori indica che il business della società è sostenibile finanziariamente e produce flussi di cassa certi con stabilità. Dal punto di vista dell’investitore, possedere questo tipo di titoli consente di stabilizzare il portafoglio grazie alle entrate certe prodotte dal pagamento delle cedole.

Perché una bassa volatilità è importante?

Un portafoglio orientato verso azioni poco volatili è una soluzione razionale adatta a fasi di mercato particolarmente turbolente. Diversi studi accademici evidenziano che, in molte condizioni di mercato, le azioni a bassa volatilità tendono a ridurre il rischio complessivo del portafoglio e massimizzano la remunerazione per ogni unità di rischio assunto. Dal punto di vista dell’investitore, quindi, puntare su titoli con bassa volatilità è una strategia difensiva che consente di minimizzare le oscillazioni di portafoglio.

Alti dividendi e bassa volatilità: connubio storicamente performante

Secondo Thomson Reuters, dal 1973 ad oggi i dividendi hanno contribuito per il 41% al rendimento totale delle azioni europee. Chi investe in azioni con alti dividendi infatti riesce ad ottenere un duplice ritorno: oltre al rendimento generato dal potenziale capital gain (rendimento da capitale) derivante dalla compravendita dell’azione, riceve anche una remunerazione da dividendo nel periodo in cui detiene il titolo, generando un rendimento aggiuntivo che va a sommarsi a quello finale. Grazie al rendimento da dividendo, un investitore può generare reddito anche se il titolo dovesse deprezzarsi nel corso dell’investimento. Ma non sono solo i dividendi a fornire maggiore stabilità agli investimenti azionari. Secondo Reuters le azioni ad alto dividendo hanno storicamente evidenziato una volatilità inferiore rispetto alle azioni di società con dividendi meno generosi. Per quanto riguarda il mercato europeo, le rilevazioni del data provider evidenziano che nel 2019 le società quotate europee distribuiranno dividendi per circa 350 miliardi di euro. Queste cifre indicano che le imprese del Vecchio Continente sono pronte a versare il 4,8% in più (una crescita di circa 16 miliardi) ai loro azionisti rispetto all'anno precedente.

Le caratteristiche del sottostante

Il sottostante replicato dal Tracker Certificate è l’indice Solactive European High Dividend Low Volatility, calcolato e distribuito dalla società tedesca Solactive AG (l’‘Index Provider’). L’indice investe in società europee con una capitalizzazione di mercato superiore a 750 milioni di euro e valore medio giornaliero degli scambi (negli ultimi 3 mesi) almeno pari a 1 milione di euro. Tali azioni devono aver registrato una crescita annua del dividendo costante negli ultimi cinque esercizi e aver chiuso l’ultimo bilancio con un EPS (utile per azione) non negativo.

Criteri di selezione e trattamento dei dividendi

Delle 500 società che fanno parte dell’universo di investimento, sono selezionate le 40 azioni con il dividend yield atteso più alto. Di queste, vengono selezionate le prime 30 azioni con maggiore crescita storica dei dividendi negli ultimi 5 esercizi. Delle rimanenti, vengono selezionate le 20 azioni con più bassa volatilità: questa è la composizione azionaria dell’indice. Tale composizione viene rivista ogni anno sulla base delle medesime regole e criteri, specificati nelle Guidelines dell’Indice. Come per tutti i Tracker Certificate, dividendi e altre distribuzioni vengono reinvestite (al netto della tassazione di riferimento) nell’indice sottostante il Certificato andando quindi ad aumentare il rendimento per l’investitore.

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Composizione attuale

La composizione attuale del paniere vede una preponderanza di società appartenenti al settore assicurativo (Allianz, Axa, Uniqa Insurance, Generali Assicurazioni) e dei servizi finanziari (Jupiter Fund Management, Natixis, Nordea Bank Legal & General), ma anche società del comparto utility come l’italiana Acea. Questi titoli hanno riscontrato una volatilità bassa anche nei momenti più delicati del mercato e inoltre assicurano all’investitore un flusso cedolare (dividendi) stabile nel tempo essendo legati a business poco ciclici.

Focus sulle principali componenti

All’interno del basket, fra i titoli più interessanti sotto l’aspetto della stabilità del dividendo troviamo Generali Assicurazioni. Nell’ultimo decennio la società ha sempre pagato cedole ai suoi azionisti: quest’anno pagherà un dividendo di 0,85 euro/azione a valere sull’esercizio 2018, in crescita rispetto alla cedola di 0,80 euro distribuita lo scorso anno. Nota positiva anche sotto il profilo della stabilità dei corsi: nel 2018 e nella prima parte del 2019 Generali Assicurazioni è stata l’azione meno volatile all’interno dell’indice FTSE Mib di Borsa Italiana (dati: Bloomberg). Rimanendo in campo assicurativo, Allianz dal 2013 ad oggi ha sempre alzato il dividendo pagato ai propri soci, portandolo da 4,50 euro/azione agli attuali 9 euro. Gli analisti stimano che il prossimo anno il colosso tedesco possa essere in grado di portare la cedola a 9,40 euro per azione. In generale, alcuni tra i titoli che compongono il Solactive European High Dividend Low Volatility index appartengono ai settori utilities e assicurativo, due business caratterizzati da flussi di cassa alti e stabili nel tempo.

Diversificazione geografica con rischio cambio ridotto

Una caratteristica di questo portafoglio è la diversificazione: nonostante sia un paniere che attinge solo da un bacino di titoli europei, al suo interno sono presenti aziende di ben 9 Paesi. Oltre a Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, il paniere contiene titoli quotati in Norvegia, Finlandia, Austria, Svezia e Spagna. A livello valutario il rischio di cambio che corre un investitore italiano è limitato dal fatto che più della metà dell’esposizione dell’indice è in euro (circa il 50,9%). Solamente un terzo dei sottostanti è denominato in sterline britanniche. Il resto è diviso fra le altre valute dei Paesi scandinavi.