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Brent: occhi puntati su Opec ma scenario di medio termine resta incerto

FOL
1 dic 2020 | 2 Minuti di lettura
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Il Brent ha chiuso la scorsa settimana con una performance circa del 7%, proseguendo nella fase rialzista avviata ad inizio novembre. Dinamica principalmente legata al newsflow sul vaccino, con ben tre società (Pfizer, Moderna e AstraZeneca) che hanno ottenuto risultati soddisfacenti nei test su migliaia di persone.

Quadro tecnico di breve positivo, verso 50 dollari

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Il Brent ha chiuso la scorsa settimana con una performance circa del 7%*, proseguendo nella fase rialzista avviata ad inizio novembre. Dinamica principalmente legata al newsflow sul vaccino, con ben tre società (Pfizer, Moderna e AstraZeneca) che hanno ottenuto risultati soddisfacenti nei test su migliaia di persone. Il mercato ha di fatto cominciato a scontare la ripresa economica avviando una fase di rotazione di portafoglio a vantaggio dei mercati, titoli e materie prime ciclici in prececedenza affossati. Se nel breve periodo potremmo comunque avere ulteriori spinte verso l’alto, nel medio e lungo termine le incognite fanno ancora propendere gli analisti verso la cautela. Il consensus infatti per il 2021 si aspetta il future Brent intorno ai 48 dollari*, non lontano dalle quotazioni attuali. Perché? Mentre la domanda il prossimo anno dovrebbe gradualmente beneficiare della ripresa economica, dobbiamo chiederci come si comporterà l’Opec. Con molta probabilità sarà difficile nei mesi a venire, per l’Arabia Saudita, contenere i litigiosi Paesi del cartello che punteranno a ridurre i tagli e accrescere la produzione. Non è mistero ad esempio che gli Emirati Arabi vogliono uscire dal cartello e che hanno annunciato un piano d’investimenti da 122 miliardi di dollari* nei prossimi 5 anni per accrescere la capacità produttiva del 25%*. Dinamica che dovrebbe compensare il rapporto domanda offerta mantenendo nel medio-lungo termine i prezzi tutto sommato invariati.

Anche dagli USA ci sia aspetta un graduale rialzo della produzione. Attualmente infatti la produzione è ben al di sotto i massimi, a 10,9 milioni di barili* con un Presidente, Joe Biden, non favorevole al mercato shale oil USA. Da dire però che il nuovo Presidente manca di forza al Senato, che rimane in mano dei Repubblicani molto sensibili alle richieste della lobby petrolifera. Difficile dunque pensare ad un’inversione di marcia importante nel breve periodo e probabilmente invece assisteremo nel medio termine ad una crescita della produzione. Nel breve ovviamente il catalyst potrebbe arrivare dal meeting OPEC/ OPEC+ in corso, soprattutto se il cartello dovesse stupire le attese degli analisti, i quali si attendono la conferma dei tagli per 7,7 milioni di barili fino a marzo.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Difficile fare analisi sull’oro nero con il meeting Opec in corso. In questa fase, se non dovessero esserci cattive notizie dal cartello e Paesi alleati, il brent potrebbe tranquillamente toccare i 50 dollari*, poiché l’impostazione grafica è positiva. Sul break della resistenza a 49 dollari* infatti il future potrebbe proseguire verso la resistenza chiave dei 50 dollari*. Target successivo a 53 dollari*. Al ribasso, invece, il primo supporto di breve si colloca a 47 dollari*. In caso di rottura i corsi dovrebbero proseguire verso 46,7 dollari* e 46 dollari*.

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