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BRENT: l’Opec decide per un incremento della produzione

26 giu 2018 | 2 Minuti di lettura
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Neutrale la reazione del Brent al verdetto Opec. Il prezzo del future dell’oro nero infatti, dopo le dichiarazioni del ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih, ha mantenuto area 75 dollari, livello a cui si era spinto già in tarda mattinata sulle attese di un aumento della produzione contenuto.

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Il Brent si riporta in area 75 dollari

Venerdì scorso 22 giugno si è svolto infatti a Vienna il 174° meeting dei 14 Paesi del cartello del petrolio, i quali hanno deciso di incrementare la produzione di circa 1 milione di barili (decisione poi ratificata sabato scorso anche dai Paesi non Opec alleati, Russia in testa). Una cifra che però è “nominale”, in quanto alcuni Paesi come Venezuela e Messico non saranno in grado di aumentare il proprio output. Il mercato infatti ritiene che l’aumento sarà inferiore, all’incirca 600.000 barili. La decisione è stata il frutto di un’attenta analisi del settore. I Paesi Opec hanno studiato gli sviluppi del mercato petrolifero dall'ultima riunione tenutasi a Vienna e le prospettive future. La situazione del mercato petrolifero è ulteriormente migliorata negli ultimi sei mesi, con l'economia mondiale che rimane forte, la domanda di petrolio relativamente robusta, anche se con qualche incertezza, e il riequilibrio del mercato continua a manifestarsi. Oltre a decidere sulla produzione, i membri del cartello hanno votato a favore dell’ammissione del Congo nell’organizzazione. Come abbiamo detto, la reazione del mercato alla comunicazione ufficiale è stata neutrale. Questo perché le prime indiscrezioni su un incremento inferiore alle attese (1 milione di barili al giorno) erano uscite già verso l’ora di pranzo, spingendo i prezzi al rialzo. Hanno reagito bene anche i titoli del comparto alla notizia. Eni infatti ha chiuso venerdì crescendo di oltre il 3%*, Tenaris e Saipem di oltre il 4%*.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Il Brent apre la settimana riportandosi sulla trend line di lungo corso, ovvero quella descritta dai minimi del 21 giugno e 8 marzo, poco al di sotto dei 75 dollari*. I prezzi dell’oro infatti, dopo aver testato la resistenza fondamentale in area 80 dollari*, hanno virato al ribasso. Il Brent ha così intrapreso una fase di correzione fisiologica, visto la corsa che dai minimi di giugno 2017 a 44,3 dollari* ha fatto guadagnare oltre l’80% al Brent. In tale scenario risulta importante per il petrolio mantenersi al di sopra della trend line rialzista di lungo corso su citata e recuperare anche i 75 dollari*. In questo modo i prezzi prenderebbero nuovamente di mira gli 80 dollari e in caso di rottura, gli 83 dollari. Al ribasso invece un primo segnale negativo lo avremmo già con la rottura della trend line rialzista e soprattutto dei 71,2 dollari*, livello che rappresenta un supporto statico importante. In tal caso supporti a 70 dollari* e 66,73 dollari*, dove passa il ritracciamento del 38,2% di Fibonacci.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
74,39 74,56 75,89 45,81 -26,53
 

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