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ENI: La debolezza del settore spinge il titolo al ribasso

FOL
18 feb 2020 | 2 Minuti di lettura
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Eni si avvicina al test della trimestrale con un quadro tecnico e fondamentale non favorevole. Se infatti il coronavirus nel complesso non ha spaventato i mercati, sicuramente ha colpito il comparto petrolifero già in difficoltà. Dopo l’Opec infatti anche l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha lanciato l’allarme sugli effetti del coronavirus sul petrolio.

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Titolo sotto pressione ma in zona di valore

Eni si avvicina al test della trimestrale con un quadro tecnico e fondamentale non favorevole. Se infatti il coronavirus nel complesso non ha spaventato i mercati, sicuramente ha colpito il comparto petrolifero già in difficoltà. Dopo l’Opec infatti anche l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) ha lanciato l’allarme sugli effetti del coronavirus sul petrolio. L'agenzia con sede a Parigi ha tagliato le stime per il 2020 sulla domanda globale di 365 mila b/g*, portandola a 825 mila b/g*, il livello più basso dal 2011. L‘AIE ha registrato, inoltre, una diminuzione di 435.000 b/g* della domanda complessiva di petrolio nel trimestre in corso ed ha ricordato che la Cina ha rappresentato oltre i tre quarti della crescita della domanda di greggio nel 2019. Elementi che ovviamente non sono a favore dei titoli petroliferi come Eni.

Il colosso italiano del petrolio arriva dunque al test del quarto trimestre, che sarà pubblicato il 28 febbraio, avendo già lasciato sul terreno da inizio anno circa il 7%* e sottoperformando il FTSE MIB di oltre il 10%*. Il mercato si attende un quarto quarter debole per Eni. Dinamica legata alle quotazioni del Brent nel periodo. Il prezzo medio del greggio infatti è stato pari a 62,4 dollari*, contro i 68,6 dollari* del quarto trimestre 2018 (-9%* su base annua). In particolare, il consensus (Fonte: Bloomberg) si attende EBIT adjusted a 2 miliardi*, in calo del 30%* rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e redditività al 11,1%* (-380 punti base*). L’utile dovrebbe attestarsi a 792 milioni*, in flessione del 45%* su base annua. Gli analisti in ogni caso rimangono positivi sul titolo. Di 32 esperti che seguono Eni, 17 sono Buy, 11 sono Hold, mentre solo 4 analisti consigliano di vendere. Il target price medio è pari a 16,46 euro*, che implica un potenziale upside del 26%* sui prezzi attuali. Sui multipli Eni appare a sconto rispetto ai principali Peer con EV/Ebitda 2020 a 3,9 volte* (4,8 volte* dei peer).

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

ENI 5Y WEEKLY

Quadro grafico ancora debole per Eni che si mantiene con difficoltà sul livello statico dei 13 euro*. Il movimento di rimbalzo avviato sul minimo del 3 febbraio a 12,52 euro* appare una fase di congestione che potrebbe aprire ad un ulteriore fase di ribasso. Lo si vede bene dai volumi in contrazione nella fase di rimbalzo e da RSI che sul minimo su citato ha segnato un forte ipervenduto. Non si esclude dunque una ulteriore fase di ribasso verso 12,5 euro*. In caso di break di tale livello Eni potrebbe marciare verso i 12 euro*. Al rialzo, invece, si avrebbe un segnale positivo sul break di 13,1 euro e del livello del 50 su RSI. Ricordiamo, inoltre, che la fascia di prezzo compresa tra 12 e 13 euro* rappresenta una zona di volare importante per Eni e dunque una zona di prezzo utile a posizionarsi sul titolo nel lungo corso.

ENI 1Y DAILY
ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
12,98 12,94 13,57   39,67
-20,12
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