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FCA -Piano al 2022. No news su spin-off Alfa e Maserati

5 giu 2018 | 2 Minuti di lettura
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Venerdì scorso Sergio Marchionne, Ad di FCA, ha presentato il nuovo Piano Industriale al 2022. Nessuna sorpresa clamorosa dall’ultimo piano targato Sergio Marchionne, che dovrebbe lasciare a fine anno la guida del gruppo, e il mercato ha optato per le prese di profitto.

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Possibile correzione di breve. Titolo rimane interessante

Questo probabilmente perché nulla è stato detto sul possibile spin off di Alfa e Maserati. Il Piano risulta ragionevole al 2020 e ambizioso al 2022. Infatti, proprio per fine Piano, Marchionne mira a raggiungere ricavi tra 155 e 165 miliardi (CAGR 7% annuo)*, free cash flow industriale tra 7,5 e 10 miliardi*. L’Ebit adjusted dovrebbe più che raddoppiare rispetto al 2017, raggiungendo il range tra i 13 e i 16 miliardi, con redditività compresa tra il 9 e l’11%*, chiudendo così il gap con i principali competitor globali (redditività al 6,3%* lo scorso anno). L’EPS rettificato è destinato quasi a triplicarsi nello stesso periodo. Il nuovo Piano prevede inoltre capex nel periodo di piano per 45 miliardi*, per una spesa che ammonta a circa il 7%* dei ricavi. Il 2018 si chiuderà con cassa netta industriale pari a circa 4 miliardi e a fine Piano arriverà a 19-20 miliardi*. FCA è pronta anche a ripristinare un’adeguata remunerazione degli azionisti attraverso i dividendi. Il payout ratio è atteso a circa il 20% nel periodo*. Importante anche la decisione di fermare la produzione di auto con motori Diesel nell’area Emea entro il 2021, eccezion fatta per i veicoli commerciali leggeri. Ricordiamo che di 26 analisti che seguono il titolo, 10 sono buy e 12 hold. Solo 4 analisti consigliano di vendere (Fonte: Bloomberg). Sui multipli FCA viaggia a sconto sui peer sia su P/E che su Ev/Ebit 2018 e 2019.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Dopo essere tornato sui massimi storici a 20 euro* in attesa del Piano Industriale, il titolo della società del Lingotto ha virato al ribasso cedendo oltre il 4%* venerdì, con volumi molto forti. Un segnale che, almeno da un punto di vista tecnico, nel breve periodo, non lascia presagire nulla di buono. Probabili dunque ulteriori prese di profitto, che dovrebbero portare ad un test dei 18 euro*. Primo supporto importante che se rotto aprirebbe la strada verso area 16 euro*. Un ritorno a 15,86 euro* infatti non sarebbe preoccupante. Qui il titolo vede un livello statico importante dove passa anche il ritracciamento del 38,2%* di Fibonacci. In ogni caso, il quadro tecnico si complicherebbe solo alla rottura della fascia di prezzo compresa tra i 15,86 euro* e i 14 euro*, minimi fatti segnare a ottobre e dicembre del 2017. Al rialzo invece converrà aspettare o il rimbalzo su tale fascia di prezzo, o il superamento con volumi e volatilità dei massimi in area 20 euro*.

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