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FTSE MIB: Il DEF spaventa i mercati, banche ko

2 ott 2018 | 2 Minuti di lettura
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Brutto risveglio per il mercato azionario e obbligazionario italiano venerdì scorso, a seguito dell’accordo sul DEF. Giovedì sera infatti, dopo una lunga giornata di tensioni e scontri tra il Ministro dell’Economia Tria, che ha minacciato anche le dimissioni, e i leader di Governo, è passata la linea di 5 Stelle e Lega.

Brutto risveglio per il mercato azionario e obbligazionario italiano venerdì scorso, a seguito dell’accordo sul DEF. Giovedì sera infatti, dopo una lunga giornata di tensioni e scontri tra il Ministro dell’Economia Tria, che ha minacciato anche le dimissioni, e i leader di Governo, è passata la linea di 5 Stelle e Lega.

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Indice verso i minimi Ytd a 20.236 punti

La nota di aggiornamento del DEF, che stabilisce le linee programmatiche per la prossima legge di bilancio che verrà presentata entro il 15 ottobre alla Commissione Europea, dunque prevede un rapporto deficit/Pil target al 2,4%* per il triennio 2019-2021. L’effetto è stato immediato sui mercati finanziari. Questo perché gli investitori temono che il ratio al 2,4%* possa compromettere la stabilità finanziaria del Paese, contribuendo ad aumentare il già enorme debito pubblico. Da non dimenticare poi che sull’Italia pende anche il giudizio di due agenzie di rating, Moody’s e S&P che nelle prossime settimane probabilmente andranno a rivedere al ribasso il merito di credito del Paese. Tutto ciò si è riflesso immediatamente sui mercati obbligazionari. Il rendimento dei Titoli di Stato a 10 anni è schizzato al 3,2%*, tornando sui massimi del 2018, e quelli del biennale nuovamente sopra i 100 basis point*. Lo spread tra Btp e Bund a dieci anni è tornato a 273 bp*, in prossimità dei massimi Ytd. Dinamica che a sua volta ha colpito con forza il FTSE MIB, caratterizzato da una presenza massiccia di banche e società del risparmio gestito. Le prime hanno subito un sell off importante con cali tra il 5%* e il 10%*, poiché con portafogli pieni di Titoli di Stato. Le seconde rischiano di dover fronteggiare possibili riscatti dei clienti. Male anche le utilities poiché l’incremento dei rendimenti alza il costo del debito per queste società che sono strutturalmente molto indebitate.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Da un punto di vista tecnico la situazione è critica per il FTSE MIB che venerdì scorso ha convogliato le vendite in una candela ad alta volatilità e volumi. Cosa che ovviamente non promette nulla di buono. Un primo livello tecnico, il cui break di ieri ha dato un segnale molto negativo, è stato quello in area 20.800 punti*, più precisamente a 20.787 punti*. Qui si trovano il ritracciamento di Fibonacci del 61,8%* dell’up trend avviato a fine agosto e la ex trend line ribassista, ora supporto dinamico. A questo punto, visto anche i forti volumi generati sulla candela di ieri e venerdì scorso, l’indice appare ormai orientato verso i minimi ytd a 20.236 punti*. Questo rappresenta un supporto chiave per l’indice italiano che se infranto avrebbe conseguenze pesanti per il FTSE MIB. Si consiglia dunque molta cautela in questa fase sul mercato azionario italiano.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
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