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Intesa Sanpaolo: la semestrale batte le attese ma non seduce il mercato

7 ago 2018 | 2 Minuti di lettura
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Piazza Affari ha riservato un’accoglienza non certo benevola alla semestrale di Intesa Sanpaolo, risultata tuttavia nel complesso migliore delle attese. Nonostante la banca abbia chiuso il primo semestre del 2018 con un utile netto di 2,179 miliardi di euro, è stata oggetto a caldo di pesanti vendite.

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La tenuta dei supporti preserva la fase laterale

Piazza Affari ha riservato un’accoglienza non certo benevola alla semestrale di Intesa Sanpaolo, risultata tuttavia nel complesso migliore delle attese. Nonostante la banca abbia chiuso il primo semestre del 2018 con un utile netto di 2,179 miliardi* di euro, in crescita rispetto ai 1,738 miliardi* dei primi sei mesi dell’anno scorso e con il migliore risultato registrato dal 2008, è stata oggetto a caldo di pesanti vendite. Entrando nel dettaglio dei conti, includendo la plusvalenza relativa all’accordo con Intrum, l’utile netto di Intesa Sanpaolo ha raggiunto 2,6 miliardi* di euro, un valore pari al 68%* dei 3,8 miliardi* di utile dello scorso anno. Partendo da questi numeri il consigliere delegato Carlo Messina è arrivato ad affermare che l’utile netto del 2018 supererà i 3,8 miliardi* di utile del 2017. L’andamento dell’utile non è stato il solo dato economico degno di nota. Anche la patrimonializzazione di Intesa Sanpaolo, a detta dello stesso Messina, resta “molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi”. In particolare, “al 30 giugno, tenendo conto di 1,852 miliardi* di euro di dividendi maturati nel semestre, il Common equity tier 1 ratio pro-forma a regime è stato pari al 13,6%*, livello top tra le maggiori banche europee“. Alcuni analisti hanno sottolineato che a essere inferiori alle previsioni di consensus sono stati i dati sul margine di interesse, a causa dell'effetto dell'accordo con Intrum per la cessione di 11 miliardi* di euro di Non Perfoming Loan (Npl) e dell'espansione dei nuovi depositi che ha peggiorato il costo complessivo del funding. Tra gli esperti c’è anche chi ha segnalato che Intesa Sanpaolo è comunque considerata come sinonimo di “rischio Italia” e il recente allargamento dello spread Btp-Bund può avere influito sul titolo.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Il capitombolo delle quotazioni di Intesa Sanpaolo all’indomani della pubblicazione della trimestrale ha portato qualche “ferita” nel grafico dei prezzi, evidenziate da due profonde candele nere, ma non ha alterato, almeno finora, il quadro tecnico di fondo. Se infatti in un’ottica di medio periodo resta confermato uno scenario complessivamente debole, dal punto di vista del breve periodo resta integra la fase laterale che caratterizza i movimenti dei prezzi da inizio giugno. Certo, le vendite che hanno dominato le ultime sedute della scorsa settimana hanno portato le quotazioni a stressare l’argine inferiore del canale posizionato in area 2,39-2,40* euro. Solo una chiusura sotto questo livello orienterebbe in ribassista il trend di breve periodo con supporto in zona 2,20*. In assenza di questo segnale è probabile un ritorno verso le resistenze della fase laterale in corso che vedono il livello più alto a 2,66* euro. Il suo eventuale superamento costituirebbe un evidente segnale di forza per Intesa Sanpaolo.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
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