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La volatilità prende in ostaggio il FTSE MIB

29 mag 2018 | 2 Minuti di lettura
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Trend al ribasso e volatilità al rialzo. E’ questo il contesto in cui si è mosso il Ftse Mib nella scorsa settimana in cui, complice anche la zavorra dello stacco dividendi nella seduta del 21 maggio, ha provato il brivido di immergersi fin sotto quota 23.000 punti.

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Indice punta 22.000 dopo break 22.640 punti

Piazza Affari è risultata significativamente più debole delle altre Borse europee. Diversi i motivi di questa sottoperformance. Come accennato, l’indice delle blue chip italiane è stato appesantito dal Dividend Day: ben 19* dei 40 titoli del Ftse Mib hanno staccato la cedola, con un impatto seppur semplicemente tecnico ma inevitabilmente negativo sull’indice di circa l’1,7%*. Ma non finiscono certo qui i motivi della debolezza di Piazza Affari. In particolare il listino italiano continua a pagare l’incertezza politica e le tensioni in aumento sul lato Btp. Su questo fronte è stato soprattutto l’allargamento dello spread a destare preoccupazioni ed a favorire le vendite. Il differenziale Btp-Bund è addirittura volato momentaneamente oltre i 203 punti base* e i tassi decennali sono schizzati fino al 2,55%* per poi tornare negli ultimi giorni su livelli meno estremi. Questa dinamica ha colpito Piazza Affari soprattutto sul settore bancario. Situazione che non è cambiata neanche all’indomani del veto del Presidente Mattarella sul nome di Paolo Savona all’Economia, che ha portato, almeno per il momento, alla conclusione dell’esperimento di Governo Lega-5 Stelle. Ma anche a livello internazionale i motivi di tensioni per i mercati azionari non sono certo mancati. Sul fronte della guerra commerciale avviata dalla Casa Bianca, l’amministrazione Trump ha aperto un’inchiesta sulle importazioni di auto, camion e componentistica negli Stati Uniti. L’iniziativa fa temere l’imposizione di nuovi dazi Usa anche per il settore delle quattro ruote.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Brutto quadro grafico per il Ftse Mib che venerdì ha rotto un livello tecnico importante collocato tra i 22.640 e 22.500 punti*. Livello chiave per l’indice poiché li risiedono diversi supporti sia dinamici che statici. In quella fascia di prezzo infatti passa la trend line rialzista di lungo periodo, disegnata sui minimi del 21 novembre 2016 e 5 marzo 2018. Ma non solo, l’indice ha chiuso e superato il gap up lasciato aperto il 5 aprile e rotto il ritracciamento del 61,8%* di Fibonacci del trend rialzista in atto dal 5 marzo. Infine come se non bastasse anche la media mobile 200 periodi è stata violata al ribasso. In tale scenario il test dei 22.000 punti* sembra imminente ma salgono le probabilità di un ritorno a 21.500 punti*. La discesa infatti è stata molto violenta. Per assistere ad un miglioramento del quadro grafico dovremo aspettare un ritorno sopra 22.640 punti*, ma soprattutto dei 23.366 punti*.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
21,991,52 22,873,58 23,329,27 30,47 25,52

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