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Le «perle» svizzere dei dividendi: ricercate costantemente dagli investitori, selezionate dai professionisti

26 feb 2018 | 7 Minuti di lettura
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I dividendi rappresentano una fonte di rendimento piuttosto "difensiva" e consolidata ma destinata ad acquisire un'importanza sempre maggiore. Selezionando correttamente le "perle dei dividendi", ossia le imprese che generano elevati dividendi, è possibile aumentare la stabilità del proprio portafoglio. Una nuova strategia mostra come innovare il proprio portafoglio con metodi consolidati.

Le fonti di reddito che generano interessi periodici, come le obbligazioni e i depositi di risparmio, hanno oramai perso attrattiva. Infatti, se si tiene conto anche dell’inflazione, appare evidente che per la maggior parte di questi investimenti il capitale diminuisce anziché aumentare. Di conseguenza, gli investitori stanno sempre più rivolgendo le proprie attenzioni verso l'investimento in azioni, che recentemente hanno registrato performance elevate, confermandosi una scelta particolarmente valida. La "febbre per le azioni" ha tuttavia messo in secondo piano un’altra fonte di rendimento legata a questi titoli: i dividendi - a torto, dicono gli esperti, perché le strategie su dividendi nel lungo periodo dovrebbero avere un ruolo durevole nella costruzione del portafoglio. E ci sono buoni motivi a supporto di tale tesi.

Grafico 1: le strategie su dividendi acquistano importanza, soprattutto per gli investitori orientati al lungo termine

Grafik1_ital_Le strategie su dividendi acquistano importanza

Il dividendo: un indicatore di buona salute dell'impresa

La ragione per cui i dividendi sono definiti addirittura «i nuovi tassi di interesse» diventa evidente se si considera il contesto di mercato in modo più approfondito. Di regola le imprese devono gestire efficacemente il loro budget per poter operare a lungo termine sul mercato, devono rimanere liquide e «disciplinarsi», soprattutto per quanto riguarda le distribuzioni agli azionisti. Le imprese con elevati rendimenti da dividendi, dette «perle dei dividendi», presentano quindi bilanci sani e cash flow stabili e prevedibili. Infatti di solito un dividendo stabile o in rialzo è considerato un buon indicatore del successo operativo di un’impresa. In generale si afferma che lo scopo primario di un’impresa è quello di creare valore, scopo che consegue quando il rendimento del capitale investito supera i costi del capitale. Se gli utili crescono, le imprese hanno a disposizione maggiore liquidità da utilizzare per il rimborso dei debiti, per nuovi investimenti o per le distribuzioni agli azionisti (sotto forma di dividendi). In determinati casi è possibile che i dividendi versati siano addirittura superiori al risultato operativo. Un esempio reale? Per molte compagnie di assicurazioni esposte a rischi di catastrofi naturali, a causa di una maggiore frequenza degli uragani, sono aumentati i rischi che gli eventi ("sinistri") si verifichino e di conseguenza sono aumentati i costi e si è ridotto il risultato operativo. Tuttavia, assicuratori e riassicuratori come Swiss Re, Zurich e La Bâloise guardano con ottimismo al futuro e nonostante tutto versano dividendi allettanti ai propri azionisti. Questa decisione consente loro di evitare effetti molto più sgradevoli, come l’invio di segnali negativi al mercato.

L’effetto «segnale» dei dividendi è un aspetto interessante. Un’impresa, infatti, potrebbe ridurre i dividendi o addirittura sospenderli per migliorare la sua situazione sul fronte della liquidità nei periodi in cui gli utili sono bassi, rafforzando così il bilancio. Tuttavia, molte società evitano di farlo, perlomeno nel breve termine. Infatti il payout ratio, ossia il tasso di distribuzione dei dividendi, è generalmente una componente importante della strategia finanziaria di un'impresa in quanto il mercato tende a essere estremamente sensibile alle riduzioni improvvise o all’azzeramento dei dividendi: un evento di questo tipo infatti potrebbe determinare un abbassamento indesiderato dei prezzi azionari. Pertanto i manager cercano di evitare, ad ogni costo, di dare adito a dubbi circa il futuro della loro impresa.

I dividendi rappresentano la principale componente del rendimento complessivo delle azioni e attutiscono le oscillazioni dei corsi azionari

Esiste anche un altro motivo per cui le società vogliono mantenere stabili le distribuzioni dei propri dividendi: gli investitori orientati a lungo termine – una tipologia di azionisti generalmente molto apprezzati dalle imprese – detengono più a lungo in portafoglio i titoli con dividendi agevolmente prevedibili. Infatti, nei periodi di incertezza, i titoli che generano dividendi elevati possono contribuire a migliorare la stabilità generale dei portafogli: i flussi di pagamenti derivanti da dividendi, se avvengono in modo più o meno regolare nel tempo, possono bilanciare le oscillazioni più marcate dei prezzi azionari, attutendone la volatilità dei corsi.

Quando i prezzi calano in misura lieve o moderata, i pagamenti di dividendi possono fornire un contributo positivo e, fino a un certo livello, ammortizzare anche delle piccole perdite. Al contrario, in uno scenario con corsi azionari in lieve aumento, i dividendi offrono una fonte di reddito supplementare la cui importanza (in percentuale) cresce quando i corsi azionari registrano modeste diminuzioni.

Il dati storici mostrano che, nel lungo termine, indipendentemente dall’ampiezza delle oscillazioni dei prezzi, i dividendi contribuiscono notevolmente al rendimento complessivo di un’azione. A questo proposito, è utile analizzare l’andamento storico di lungo periodo dell’S&P 500® Total Return, che riflette l’andamento della performance dei corsi azionari tenendo conto anche dei dividendi. Secondo una ricerca di mercato, che ha calcolato le due componenti del rendimento (evoluzione dei corsi e dividendi) nel corso di sette decenni a partire dal 1940, è emerso che la componente «dividendi» risulta generalmente più elevata nei decenni a basso rendimento dei corsi. Mentre nei periodi di boom dei mercati e corsi azionari in rialzo, in cui le previsioni degli utili venivano riviste al ribasso, il contributo relativo della componente «dividendi» è diminuito, ma in termini assoluti è rimasto a livelli significativi. In media nella finestra temporale analizzata i dividendi rappresentano il 50% del rendimento complessivo. Il contributo più basso è stato registrato negli anni ‘90, un decennio segnato da andamenti dei prezzi insolitamente elevati, culminato nella cosiddetta “bolla delle Dotcom”. Tuttavia, si ricorda che i dati storici non sono una mai garanzia degli sviluppi futuri.

Dividendi: più stabili degli utili societari

I dividendi sono quindi più stabili dell’evoluzione degli utili? Sebbene le performance storiche non siano garanzia degli sviluppi futuri, lo studio «Reddito da capitale: dividendi», pubblicato da Allianz Global Investors (AGI) nel gennaio 2017, offre alcune indicazioni basate sul mercato statunitense. La ricerca si è concentrata sulle componenti dell’indice di riferimento del mercato americano, lo S&P 500®, sul lungo lasso di tempo dal 1956 a metà del 2016. Il risultato? Gli utili societari hanno subito oscillazioni molto più forti rispetto ai dividendi versati. Negli ultimi dieci anni oggetto della ricerca, la volatilità annualizzata degli utili ha superato notevolmente quella dei dividendi (circa il 60% contro quasi il 6% p.a.). Il rendimento da dividendi si calcola come dividendi attesi per azione diviso per il corso (prezzo) di borsa attuale. Lo si può interpretare anche come la remunerazione del capitale investito per azione. Trattandosi di un quoziente, l’aumento delle distribuzioni da un lato e la (forte) diminuzione del corso azionario dall’altro possono avere un effetto (molto) positivo sul rendimento da dividendi e viceversa.

Rendimenti da dividendi elevati: una tradizione svizzera

Il suddetto studio realizzato dall’AGI nel 2017 mostra che i tassi di distribuzione dei dividendi elevati hanno avvantaggiato soprattutto gli investitori orientati all’azionario europeo. In passato i dividendi hanno contribuito a stabilizzare la performance generale delle azioni negli anni in cui si registravano ribassi dei corsi. Secondo l’AGI, le imprese svizzere sono famose anche per la loro affidabilità in materia di distribuzione di dividendi. Tuttavia, nel 2015 e 2016 hanno dovuto affrontare la problematica relativa ad una valuta svizzera forte, problematica non più attuale dato che ultimamente la moneta svizzera si è indebolita.

Le «perle» svizzere dei dividendi offrono un margine di manovra

La componente «dividendi» sembra poter riacquisire importanza dopo parecchi anni di concentrazione sui rendimenti derivanti dagli incrementi dei corsi azionari. In quest'ottica, una strategia basata esclusivamente sulle «perle» svizzere dei dividendi potrebbe arricchire il portafoglio, non solo perché la sopravvalutazione del franco svizzero sta diminuendo ma anche perché le imprese svizzere occupano posizioni di leadership da molto tempo in diversi settori, sono affermate a livello globale e godono di ottima reputazione per la loro straordinaria capacità di innovazione. In questo contesto, il potenziale aumento degli utili e dei cash flow per numerose imprese svizzere potrebbe offrire un margine di manovra interessante con riferimento alle distribuzioni dei dividendi.

Per quanto riguarda i dividendi attesi, gli esperti di mercato hanno individuato attualmente delle differenze nella distribuzione dei dividendi legate alle dimensioni dell'impresa: più l'impresa è grande, più i dividendi attesi sono elevati. Pertanto, la scelta di investimento non dovrebbe considerare soltanto l'entità dei rendimenti da dividendi: ha senso scegliere le imprese in modo selettivo, sulla base di criteri aggiuntivi oltre al semplice criterio dei dividendi attesi.

Non di rado in passato gli investitori si sono lasciati «abbagliare» da rendimenti da dividendi eccessivamente elevati. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che un crollo dei corsi può annientare rapidamente una strategia su dividendi che era parsa allettante. Per ovviare a questo problema, si può fare appello a competenze supplementari nella selezione dei titoli. E questa è un’altra ragione per cui occorre adottare una strategia a lungo termine. In linea di massima, infatti, un investimento dinamico è più vantaggioso di un investimento statico: il primo permette infatti di reagire tempestivamente, durante l’orizzonte temporale dell’investimento, ad eventi quali, ad esempio, i cambiamenti del rating delle azioni o delle stime dei dividendi attesi.

Difensiva, dinamica e con interessanti prospettive di rendimento

Se si vuole puntare sulle imprese svizzere e avvalersi di un’expertise in grado di generare valore, vale la pena rivolgersi direttamente ad uno dei leader di mercato: il team di ricerca specializzato nell’azionario svizzero di Vontobel Investment Banking, che nel corso degli anni ha acquisito un eccezionale know-how nei titoli svizzeri. Nel segmento «Small & Mid Cap», in particolare, gli esperti di Vontobel hanno una tra le più ampie offerte di analisi.

Vontobel è uno dei leader di mercato anche nei risultati di tali analisi. Nel 2017, è stato premiato da Extel, per la settima volta consecutiva, come «Leading Brokerage Firm» dell’azionario svizzero. Tale premio è considerato dal mercato finanziario come un punto di riferimento a livello europeo per «l’eccellenza nell’investment banking e nell’asset management».

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Vontobel Swiss Smart Dividend Performance-Index è stato lanciato per abbinare all’eccezionale competenza di Vontobel una strategia smart e dinamica sui dividendi (e sviluppare investimenti su misura per gli investitori). A questo scopo, si analizza la stabilità dei dividendi storici e quella dei dividendi attesi, basata sui modelli di analisi messi a punto da Vontobel. Il grafico 3 illustra l’approccio del Vontobel Swiss Smart Dividend Performance-Index in cui è possibile investire tramite il Tracker Certificate Swiss Smart Dividend. Con questo certificato gli investitori possono eliminare il lavoro di analisi e valutazione costoso e laborioso, sfruttando l’expertise nella scelta delle azioni parte dell’indice di Vontobel. Con un’unica transazione, l’investitore può puntare sulle «perle» svizzere dei dividendi dell’universo Vontobel Research alle quali gli esperti Vontobel hanno attribuito una raccomandazione «buy» o «hold». Le azioni con rating declassato a «reduce» sono immediatamente escluse dall’indice.

Grafico 2: Approccio dinamico ai dividendi di Vontobel Swiss Smart Dividend Performance-Index

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Aggiornamento mensile di storico, floor e previsione del dividendo

Fonte e illustrazione: Vontobel. Avvertenza: l’indice è composto da Vontobel Equity Research in base a raccomandazioni aggiornate «buy» e «hold» e ai dati sui dividendi (storico, floor e previsioni) della divisione analisi «sell-side» Vontobel Research. Gli aggiornamenti sono effettuati sulla base dei rating e dei dati sui dividendi che sono modificati dagli analisti finanziari o cambiano in funzione della situazione del mercato. Nell’allestimento delle analisi finanziarie, Vontobel e i suoi analisti dichiarano eventuali conflitti di interesse, visualizzabili in ogni momento su derinet.ch/researchdisclaimer

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