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MAIS: Il declino della produzione argentina spinge il future

13 mar 2018 | 2 Minuti di lettura
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Il future sul mais ha realizzato da inizio del 2018 un forte apprezzamento. Dinamica legata a diversi fattori, tra cui, in primis, l’effettivo deficit di produzione, la quale è calata a seguito soprattutto di problemi climatici che hanno colpito i raccolti del 6° produttore mondiale, l’Argentina.

Volatilità in attesa del Prospective Plantings

Le scorte invece rimangono elevate, ma comunque pari al 19% del consumo mondiale*. Il che significa un’autonomia di 2,3 mesi*. Inoltre ricordiamo che, per il comparto delle materie prime agricole, questo periodo dell’anno rappresenta sicuramente uno dei più critici e importanti. Siamo infatti nel Buying acreage, ovvero il lasso di tempo prima di fine marzo, quando verrà pubblicato il report sulle intenzioni di semina degli agricoltori americani (Prospective Plantings). Una fase delicata che riguarda diversi prodotti agricoli tra cui il mais e che, proprio per le grandi attese, si caratterizza per essere molto volatile. I mercati infatti decidono guardando la disponibilità di merce che ci sarà domani. Se si presume che in pochi semineranno, il prezzo dovrà salire. Cosa che a sua volta condizionerà le future decisioni di semina. Infatti più il prezzo è elevato più ci sarà intenzione di coltivare il mais. Si crea così un circolo virtuoso che potrà far lievitare anche i prezzi del future. L’appuntamento fondamentale dunque è per fine marzo, solo allora sapremo se vi sarà un recupero stabile delle quotazioni del mais o se queste torneranno al ribasso. Per il momento quello che si nota è che l’open interest sul future Corn è in calo, ma il posizionamento delle parti in gioco è molto chiara. Gli operatori fisici (Commercial), ovvero coloro che comprano il future per hedging, hanno incrementato le posizioni nette corte, mentre i Large Speculators sono decisamente lunghi.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P. "Investire in Materie prime" di Maurizio Mazziero, Hoepli

ANALISI TECNICA

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Il future sul mais, dopo aver toccato il minimo 2016 a 301 centesimi di dollaro per bushel*, ha avviato una fase rialzista importante. Movimento ben descritto dalla trend line ascendente di lungo corso costruita sui minimi del 31 agosto 2016 e 31 agosto 2017. La fase rialzista ha portato i corsi a rompere la resistenza statica importante dei 351 centesimi USD* e il ritracciamento del 38,2 di Fibonacci (353 cent)*. Importante a febbraio di quest’anno la rottura della trend line ribassista di lungo corso, descritta dai massimi del 15 giugno 2016 e 11 luglio 2017. I corsi ora sono al test dell’importante livello di ritracciamento di Fibonacci del 61,8%*. Importante dunque sarà il superamento di questo livello che implicherebbe di fatto la fine della fase ribassista di lungo corso, con resistenze più importanti collocate a 400 e 414 cent*. Al ribasso invece il primo supporto importante è quello dei 370 cent* (50% Fibonacci) e successivamente la ex trend line ribassista di lungo corso. Un ritorno sotto tale livello vedrebbe un veloce deterioramento del quadro grafico con supporto nell’area di prezzo dei 350 cent*.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
383,75 382,30 362,17 73,72 -48,21

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