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Oil Strategy: basket di azioni o contratti Futures? A scegliere è il mercato

19 feb 2019 | 5 Minuti di lettura
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Nuovo Tracker Certificate per Vontobel. È da oggi in quotazione un nuovo prodotto che garantisce un’esposizione rialzista al petrolio tramite una strategia unica: investendo su un basket di azioni in caso di mercato in fase contango oppure puntando sui Futures quando il mercato è in backwardation.

Nuovo Tracker Certificate per Vontobel. È da oggi in quotazione un nuovo prodotto che garantisce un’esposizione rialzista al petrolio tramite una strategia unica: investendo su un basket di azioni in caso di mercato in fase contango oppure puntando sui Futures quando il mercato è in backwardation.

Un rialzo dei prezzi del greggio può essere cavalcato in due maniere: tramite l’investimento in società del comparto petrolifero oppure per mezzo dei contratti future. Con il Tracker Certificate con sottostante il Vontobel Oil-Strategy Index è possibile portare avanti entrambe le strategie. Nel caso in cui la struttura dei prezzi del petrolio è “regolare”, o fase contango, cioè quando i prezzi delle scadenze più vicine sono più bassi di quelli relativi le scadenze più lontane, l’indice Vontobel Oil-Strategy investe in azioni del comparto petrolifero. Quando invece i contratti Futures sul greggio sono in backwardation (c.d. struttura dei prezzi di invertita), quando cioè i prezzi per le scadenze più vicine sono maggiori di quelli delle scadenze lontane, l’indice investe in contratti Futures. L’obiettivo di questa strategia è di minimizzare le perdite legate al “rollover” dei contratti ed ottenere un elevato grado di correlazione con l’andamento del prezzo del greggio.

Focus: Mercato in Contango

Il Future è un contratto standardizzato secondo cui una parte si impegna ad acquistare dall’altra il sottostante (ad esempio il WTI) a scadenza ad un prezzo e condizioni prestabilite.

Quando si parla di “Contango”, ci si riferisce ad una condizione di mercato in cui i prezzi dei contratti Futures sono crescenti su scadenze successive. Ad esempio, se il Future con consegna marzo sul petrolio WTI quota 55 dollari il barile, quello con consegna aprile 55,15, quello su maggio 55,6 dollari (e via dicendo), la struttura del mercato è in Contango (il prezzo della commodity aumenta via via che aumenta la scadenza del Future).

Quella del Contango rappresenta la condizione “normale” della curva dei Futures. Questo perché impiegare risorse nell’acquisto e la consegna successiva di una qualsiasi materia prima implica una serie di oneri: pensiamo al costo opportunità per non impiegare il denaro in un asset a rischio zero, ai costi di stoccaggio o ai costi di assicurazione. Per queste ragioni la struttura Contango è definita “normale”.

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Focus: Mercato in Backwardation

In un mercato in “Backwardation”, o “Backwarded”, la struttura dei prezzi è opposta: i prezzi dei Futures con consegna differita sono progressivamente inferiori. Le quotazioni dei diversi contratti sono cioè decrescenti con l’allungarsi delle scadenze. Quella della Backwardation rappresenta un’anomalia del mercato che può essere sintomatica di una scarsità immediata nelle forniture oppure di un’abbondanza futura dell’offerta. Nel primo caso sono i prezzi delle scadenze vicine ad esser spinti al rialzo, mentre nel secondo i prezzi per le scadenze più lontane a registrare una contrazione. In entrambe le ipotesi, la struttura dei prezzi risulta invertita: i prezzi per le scadenze vicine risultano più alti di quelli delle scadenze lontane. Riprendendo l’esempio precedente, se il Future con consegna marzo sul petrolio WTI quota 55 dollari il barile, quello con consegna aprile 54,75, quello su maggio 54,45 dollari (e via dicendo): la struttura del mercato è in Backwardation.

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Focus: Il “Rollover” e l’impatto sul rendimento

Quando si investe in contratti Futures, questi vanno rinnovati periodicamente in corrispondenza delle varie scadenze: si tratta del cosiddetto “rollover”. Il rollover, che in genere va effettuato l’ultimo venerdì del mese precedente al mese di scadenza, consiste nella vendita del Future in scadenza e nell’acquisto di quello della successiva scadenza. In un mercato in cui la struttura dei prezzi è in fase Contango, vendere un contratto a un determinato prezzo e acquistarne uno con un valore più alto ha un costo significativo, poiché il valore del contratto in scadenza è inferiore a quello successivo. Nel caso opposto, in Backwardation, dal rolling si ottiene un rendimento positivo poiché si vende a un prezzo maggiore di quello a cui viene effettuato l’acquisto. Riprendendo i valori dell’esempio precedente, il passaggio dal contratto marzo ad aprile nel caso del Contango comporta un costo di 0,15 dollari mentre in Backwardation produce un rendimento di 0,25 dollari. Di conseguenza, in presenza di un trend rialzista dei prezzi del petrolio WTI, sarà più efficiente investire in azioni del comparto petrolifero nel caso di struttura dei prezzi in Contango e puntare sui contratti future quando la struttura dei prezzi risulterà “invertita” (Backwardation).

L’investimento in azioni

Per le suddette ragioni, quando il mercato è in fase di contango l’indice Vontobel Oil-Strategy investe in azioni del comparto petrolifero. In particolare, l’indice investe nel Top 10 Oil Stocks Basket, le 10 maggiori aziende Nord-Americane (Statunitensi o Canadesi) attive nel settore con una capitalizzazione di mercato minima di 1 miliardo di dollari USA e volume medio giornaliero degli scambi pari ad almeno un milione di dollari USA (negli ultimi tre mesi).

Comparto petrolifero: tre settori principali

Il comparto petrolifero è suddiviso in tre settori: Upstream, Midstream e Downstream. Quando si parla di Upstream, si fa riferimento a tutte quelle attività che sono “a monte” del processo produttivo. Anche abbreviato con l’acronimo “E&P” (Exploration and Production), l’Upstream raggruppa tutte le operazioni necessarie al reperimento e alla prima lavorazione degli idrocarburi. L’esplorazione riguarda le attività necessarie ad individuare la dislocazione delle riserve di idrocarburi mentre la produzione riguarda l’estrazione di questi dai giacimenti. Il Midstream riguarda le attività “al centro” del processo petrolifero e quindi la lavorazione, il trasporto e lo stoccaggio degli idrocarburi. Il complesso dei processi “a valle” della catena produttiva formano il “Downstream”. Questa è la fase finale del processo produttivo e riguarda la raffinazione del petrolio e le attività di commercializzazione e distribuzione.

Top 10 Oil Stocks Basket

Il Top 10 Oil Stocks Basket considera la struttura del comparto petrolifero e privilegia le aziende con un approccio “olistico”. In particolare, fanno parte del basket tutte quelle aziende che controllano l’esplorazione, la produzione, la lavorazione e la raffinazione del petrolio greggio ma anche il marketing, la vendita, lo stoccaggio e il trasporto. Il basket viene ribilanciato ed equiponderato ogni sei mesi, nell’ultimo giorno di negoziazione di giugno e dicembre.

Tracker Certificate Oil Strategy

Nell’infografica un riassunto dei criteri di selezione del Vontobel Oil Strategy Index. Ogni mese viene effettuato il ribilanciamento: si valuta quindi se il mercato è in fase di contango o di backwardation e si applica la strategia di investimento più efficiente. Il prodotto è quotato sul SeDeX di Borsa Italiana e presenta una scadenza pari a 5 anni.

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Composizione Attuale

Al momento, essendo il mercato in fase di contango, l’indice segue le performance di 8 società statunitensi (Halliburton Company, Concho Resources Inc., Exxon Mobil Corporation, Valero Energy, Chevron Corporation, Phillips 66, Conocophillips, Marathon Petroleum Corporation) e due canadesi (Suncor Energy Inc. e Canadian Natural Resources).

Fondamentali solidi per il greggio

Dopo il calo di 20 punti percentuali messo a segno nel 2018, per il WTI, il petrolio made in Usa, l’anno si è aperto all’insegna degli acquisti. Da inizio anno, il West Texas Intermediate finora ha guadagnato oltre 17 punti percentuali. Questo grazie al taglio della produzione da 1,2 milioni di barili varato a dicembre dall’Opec Plus (il cartello di cui fanno parte i Paesi Opec e gli altri maggiori produttori) e alle recenti dichiarazioni del Ministro saudita dell’Energia che, nel corso di un’intervista concessa al Financial Times, ha detto di voler portare la produzione del primo esportatore mondiale sotto la soglia dei 10 milioni di barili (9,8 milioni), 500 mila barili in meno rispetto all’accordo raggiunto con gli altri produttori. Oltre a questo, va tenuto in conto che l’offerta di greggio già si trova a dover fronteggiare il calo della produzione causato dalle sanzioni statunitensi nei confronti dell’Iran e della crisi economica, sociale e politica che attaglia il Venezuela. Dal lato della domanda, le stime elaborate dall’Agenzia internazionale dell’Energia stimano che quest’anno, per la prima volta, la domanda di greggio supererà la fatidica soglia dei 100 milioni di barili attestandosi a 100,6 milioni, +1,4 milioni rispetto a un anno fa.

Prospettiva di lungo termine

Guardando al 2022, l’Opec stima una domanda di petrolio in aumento a 102,3 milioni di barili giornalieri, pari a un incremento medio annuo di circa 1,2 milioni di barili. L’offerta non-Opec è invece vista, sempre al 2022, a 62 milioni: gran parte della crescita delle forniture sarà appannaggio degli Stati Uniti (+3,8 milioni). Il tutto si tradurrà in prezzi del WTI che dovrebbero concludere l’anno sopra quota 57 dollari per poi stabilizzarsi in quota 56 e 55 dollari nel 2020-21.