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ORO: Risk off e dollaro debole spingono l’oro a 1.300 USD

15 gen 2019 | 2 Minuti di lettura
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Se c’è un asset che in questi ultimi mesi è stato sotto i riflettori, questo è l’oro. Il prezioso infatti ha performato veramente bene nella seconda metà del 2018, guadagnando circa il 12%* dal minimo 2018 a 1.160 dollari* (16 agosto).

Se c’è un asset che in questi ultimi mesi è stato sotto i riflettori, questo è l’oro. Il prezioso infatti ha performato veramente bene nella seconda metà del 2018, guadagnando circa il 12%* dal minimo 2018 a 1.160 dollari* (16 agosto).

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Oro alle prese con una resistenza coriacea

Le ragioni del rialzo del metallo prezioso sono principalmente due. Il sell off sui mercati azionari e l’indebolimento del dollaro che ha caratterizzato gli ultimi due mesi del 2018. L’oro si sa è considerato il bene rifugio per eccellenza e nelle fasi di risk off del mercato tende a rivalutarsi in quanto funge da copertura. E non è un caso che dopo una fase di accumulazione a settembre ed ottobre, il prezioso abbia innescato un forte rialzo a partire da novembre, proprio quando il mercato azionario europeo ed americano si sono allineati al ribasso. Sempre nello stesso periodo inoltre l’oro ha beneficiato dell’indebolimento del dollaro. Ricordiamo infatti che, tra le commodities, l’oro è quello che evidenzia la più forte correlazione inversa al biglietto verde. Da novembre infatti l’eur/usd ha guadagnato oltre il 3%*, passando dal minimo di novembre 2018 a 1,1216 a 1,1570*. Debolezza del dollaro che è stata anche favorita dai toni più accomodanti della FED negli ultimi mesi. Cosa aspettarsi ora? Grazie all’effetto combinato di questi due fattori l’oro è tornato su un livello chiave a 1.300 dollari*. Un’area di resistenza piuttosto importante che potrebbe arrestare almeno momentaneamente i corsi. Molto dipenderà però dai mercati azionari. Risk off o risk on? Questo rimarrà il principale driver per i prossimi mesi. In tale scenario, a rallentare la corsa dell’oro potrebbe esserci anche il riposizionamento dei Commercial. Dal COT emerge infatti che questi hanno incrementato nuovamente le posizioni nette corte.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Da un punto di vista tecnico il movimento rialzista dell’oro ha dato prova di forza, con uno scatto molto verticale che ha caratterizzato gli ultimi due mesi del 2018. Dinamica catturata anche dall’RSI che è entrato in ipercomprato, ad indicare proprio la forza delle pressioni rialziste sull’asset. Ora la commodity si trova nei pressi dei 1.300 dollari*, resistenza piuttosto coriacea. Come abbiamo detto, molto dipenderà dall’evoluzione dei mercati azionari e non è da escludere una fase di assestamento al di sotto di questo valore. In caso di rottura, la prima resistenza è a 1.326 e 1.350 dollari*. Al ribasso invece il quadro tecnico dell’oro si complicherebbe al break dei 1.250 dollari*. Qui infatti, oltre al supporto statico, risiede anche la media mobile 200 periodi, molto usata dai gestori, e il ritracciamento di Fibonacci del 50% di tutto l’up trend avviato a dicembre 2016. Sotto tale livello, i supporti di breve sono quelli collocati a 1.236 e 1.215 dollari*.

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ULTIMO PREZZO MEDIA MOBILE 5 GIORNI  MEDIA MOBILE 50 GIORNI  RSI 14 GIORNI  VAR. % 5 ANNI
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