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Tregua USA-Cina ha favorito il rialzo del rame

5 mar 2019 | 2 Minuti di lettura
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Il rame è da sempre considerato un buon indicatore della salute globale dell’economia. Comprensibile dunque il crollo della seconda parte del 2018. La trade war tra USA e Cina, ha infatti avuto ripercussioni serie sull’economia globale. Le preoccupazioni sulla crescita infatti hanno trovato conferma nel calo trimestrale del PIL cinese. Così anche per l’Eurozona.

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A 3 dollari la resa dei conti

Il rame è da sempre considerato un buon indicatore della salute globale dell’economia. Comprensibile dunque il crollo della seconda parte del 2018. La trade war tra USA e Cina, ha infatti avuto ripercussioni serie sull’economia globale. Le preoccupazioni sulla crescita infatti hanno trovato conferma nel calo trimestrale del PIL cinese. Così anche per l’Eurozona. L’Euro-coin, indicatore sintetico dello stato dell’economia europea (fonte: Banca d’Italia), ha infatti evidenziato un calo del 56%* tra febbraio e dicembre 2018. Che cosa allora ha permesso il rialzo recente del rame? In primis, la distensione delle tensioni tra USA e Cina che potrebbe portare ad un accordo definitivo già nelle prossime settimane. Dall’altra, anche le misure che la Cina intende stanziare a sostegno dell’economia. Il Governo intende infatti migliorare la disponibilità di credito per le piccole imprese, accelerare gli investimenti infrastrutturali e tagliare le tasse. Ricordiamo infatti che il rame è un materiale utilizzato soprattutto nell’edilizia ed infrastrutture. Un mercato che a livello globale è dominato dalla Cina. Chiaro dunque che il combinato di questi due fattori ha permesso un forte rialzo della materia prima. Meno utili forse sono i ragionamenti sul rapporto scorte, domanda e offerta poiché quello del rame è un mercato frastagliato e spesso poco trasparente. Per concludere dunque, il forte apprezzamento dei prezzi del rame potrebbe aver scontato ampiamente l’eventuale accordo tra USA e Cina e un ulteriore upside verrebbe dal un netto miglioramento dello scenario macroeconomico globale. La resistenza a 3 dollari potrebbe dunque rappresentare il tavolo di prova per il future.

*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P.

ANALISI TECNICA

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Il forte calo del future del rame della seconda parte del 2018 va inserito in un trend rialzista di lungo corso avviato a gennaio del 2016. Come tale dunque il ribasso rappresenta una fase di correzione che non ha inficiato l‘up trend. Infatti, i corsi hanno rimbalzato perfettamente sulla trend line rialzista di lungo corso (minimo del 3 gennaio a 254 centesimi di dollaro*), disegnata sui minimi su citati e del giugno del 2016, poi confermata a settembre e ottobre dello stesso anno. Per il momento, il movimento avviato a gennaio risulta essere la ripresa del trend di lungo. In tale scenario, la conferma della ripresa del trend di lungo periodo, con target i massimi di dicembre 2018 a 332 centesimi*, si avranno con il break di 300 centesimi*. Al ribasso invece andrà monitorata la trend rialzista di breve periodo (minimi del 3 e 24 gennaio 2019) e soprattutto l’area dei 280 centesimi*. Sotto tale livello ritorni verso 270 e 260 centesimi*.

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