Weekly Note
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USA: l’inflazione rallenta, Fed verso pausa nel rialzo dei tassi

15 mag 2023 | 3 Minuti di lettura
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Nel corso della settimana appena trascorsa, il focus degli investitori è stato rivolto ai dati sull’inflazione di aprile in USA. Il dato si è attestato al 4,9%, leggermente al di sotto rispetto alle attese degli analisti al 5%. La rilevazione core ha invece segnato il 5,5%, in linea con le attese.

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Nel corso della settimana appena trascorsa, il focus degli investitori è stato rivolto ai dati sull’inflazione di aprile in USA. Il dato si è attestato al 4,9%, leggermente al di sotto rispetto alle attese degli analisti al 5%. La rilevazione core ha invece segnato il 5,5%, in linea con le attese. La misurazione ha incrementato ulteriormente le probabilità di una pausa nel rialzo dei tassi della Fed nella riunione di giugno. Secondo il CME FedWatch Tool aggiornato al 12 maggio, c’è l’89,3% di probabilità che i tassi restino fermi all’intervallo 5%-5,25%. Se per la Federal Reserve una fase di stop ai rialzi del costo del denaro è ormai scontata, lo stesso non si può dire di BCE e BoE. Diversi esponenti dell’Eurotower hanno ribadito nel corso dell’ottava la necessità di proseguire con il restringimento della politica monetaria. Nell’ultimo meeting, la Bank of England ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al 4,5%. Anche questo istituto ha lasciato le porte aperte ad altri incrementi e ha comunicato di non attendersi più una recessione nel Regno Unito per il 2023 ma prevede un’inflazione più alta delle stime precedenti e che questa non tornerà sotto il 2% prima del 2025.

APPUNTAMENTI MACRO

Data
Appuntamenti in calendario

Lunedì

15/05

Saranno resi noti i dati sulla produzione industriale di marzo dell’Eurozona e per l’indice manifatturiero dello Stato di New York (maggio).

Martedì 16/05

Focus sugli indici ZEW di Germania ed Eurozona. Per quest’ultima area sarà reso noto il PIL del 1° trimestre (preliminare). Si conosceranno poi le rilevazioni sull’inflazione italiana (aprile, finale), sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale USA (aprile).
Mercoledì 17/05
Verrà pubblicata l’inflazione dell’Eurozona di aprile (finale) e le nuove costruzioni abitative USA di aprile.
Giovedì 18/05 Per gli Stati Uniti, attenzione alle richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana, sul Leading Index di aprile, alle vendite di case esistenti (aprile) e sull’indice di fiducia commerciale della Fed di Philadelphia.
Venerdì 19/05 Nessun dato di rilievo da monitorare.

 

PIL e inflazione UE in focus

La settimana appena iniziata vedrà il focus sul PIL del 1° trimestre 2023 dell’Eurozona, atteso all’1,3%. Per quest’area è prevista anche l’inflazione di aprile (finale), che secondo gli analisti dovrebbe attestarsi in lieve crescita al 7% rispetto al 6,9% della rilevazione preliminare. La misurazione core dovrebbe invece rimanere stabile al 5,6%. Per gli USA sarà da porre attenzione ai dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana, dopo che lo scorso 11 maggio sono salite ai massimi da ottobre 2021, segnalando un possibile indebolimento del mercato del lavoro. Per le trimestrali, in USA la stagione sta per terminare: guardando ai dati Bloomberg al 12 maggio, delle 2.648 società che hanno pubblicato i risultati, il 57,6% ha superato le stime sui ricavi, mentre il 58,76% lo ha fatto sugli utili. Per la settimana entrante tra i principali risultati da tenere sott’occhio troviamo Target, Cisco (17 maggio), Walmart (18 maggio) e Deere (19 maggio). Per l’Italia e l’Europa invece riflettori su Interpump, Porsche (15 maggio), Ubisoft (16 maggio), Siemens, Commerzbank (17 maggio) e Burberry (18 maggio). Per quello che riguarda le Banche centrali, per la BCE focus sui discorsi di Nagel (15 maggio), Makhlouf, Lagarde (16 maggio), de Guindos (17 maggio), Schnabel e de Cos (19 maggio). Lato Fed attenzione alle dichiarazioni di Bostic, Kashkari, Cook (15 maggio), Mester, Barr, Williams, Logan (16 maggio), Goolsbee (17 maggio), Jefferson (18 maggio), Bowman e Powell (19 maggio).

Settore bancario: le trimestrali stupiscono

Da inizio anno, il FTSE Italia All-Share Banks ha segnato una performance di oltre il 20%, facendo meglio del FTSE MIB, che nello stesso periodo ha segnato una variazione positiva del 15%. Un fattore positivo che sta sostenendo le banche del Vecchio Continente è il rialzo dei tassi da parte della BCE, che sta spingendo il reddito netto da interessi degli istituti di credito. In questo senso, il 1° trimestre ha mostrato dati molto positivi. Se si guarda all’EuroSTOXX Banks, i dati reperiti l’11 maggio da Bloomberg mostrano che delle 17 società che hanno pubblicato i risultati, 11 hanno sorpreso in positivo il consensus sui ricavi, mentre 15 lo hanno fatto sugli utili. Prendiamo ad esempio i principali numeri di UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM, confrontandoli con le attese degli analisti. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha registrato ricavi per 5,93 miliardi di euro ed EPS a 1,06 euro, oltre le previsioni a 5,364 miliardi e 0,68 euro. Intesa ha invece registrato un fatturato di 6,057 miliardi di euro ed EPS a 0,11 euro, contro attese 5,974 miliardi e 0,08 euro. Per Banco BPM invece i ricavi del 1° trimestre si sono attestati a 1,25 miliardi di euro ed utili per azione a 0,17 euro. Il consensus era rispettivamente per 1,244 miliardi di euro e 0,15 euro. Ma vediamo ora le stime per i prossimi anni, prendendo come riferimento il periodo 2023-2025. Per UniCredit le previsioni sono per ricavi in flessione da 21,211 miliardi di euro a 21,088 miliardi, con EPS in crescita da 3,27 a 4,01 euro. Per Intesa Sanpaolo invece le attese sono per un fatturato in aumento da 24,090 miliardi a 24,71 miliardi, con utili per azione in crescita da 0,36 e 0,38 euro. Per Banco BPM infine, si potrebbe osservare un incremento del fatturato da 5,12 a 5,20 miliardi di euro e degli EPS da 0,69 a 0,75 euro.

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UniCredit- 1 anno - Fonte: Bloomberg
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UniCredit- 5 anni - Fonte: Bloomberg

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Rischi

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