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Weekly Note: Borse: i timori per la recessione fanno tornare le vendite

13 ott 2022 | 4 Minuti di lettura
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Sui principali indici di Borsa a livello globale sono tornate a pesare le vendite, specie a causa dei buoni dati sul mercato del lavoro USA pubblicati lo scorso 7 ottobre. Oltre a questo, i titoli tecnologici sono stati penalizzati dalle decisioni dell’Amministrazione USA in merito ai limiti di accesso per la Cina alla tecnologia statunitense sui semiconduttori.

Scarica il PDF della Weekly Note - Settimana 13/10- 19/10

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Sui principali indici di Borsa a livello globale sono tornate a pesare le vendite, specie a causa dei buoni dati sul mercato del lavoro USA pubblicati lo scorso 7 ottobre. Oltre a questo, i titoli tecnologici sono stati penalizzati dalle decisioni dell’Amministrazione USA in merito ai limiti di accesso per la Cina alla tecnologia statunitense sui semiconduttori. La Vicepresidente della Fed, Lael Brainard, si è detta cauta sui prossimi aumenti dei tassi, in quanto i precedenti rialzi stanno ancora agendo sull’economia. Il Governatore della Fed di Chicago, Charles Evans, ha invece detto di voler arrivare velocemente al punto in cui la Banca centrale potrà essere a suo agio con una pausa nel percorso di aumento del costo del denaro. Secondo diversi analisti tuttavia, è ancora troppo presto per iniziare a prezzare una svolta da colomba dell’istituto centrale americano, in quanto la salute economica del Paese è ancora buona.

Tuttavia, è chiaro per il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale che stanno aumentando i rischi di una recessione globale con il rallentamento della crescita e con gli aumenti dei tassi della Federal Reserve che aggiungono pressioni sul debito dei Paesi emergenti. Per il FMI, circa un terzo dei Paesi avrà almeno due trimestri consecutivi negativi del PIL tra il 2022 e il 2023. Le stime indicano anche come l’output perso entro il 2026 sarà di 4.000 miliardi di dollari. A fornire un quadro poco roseo è anche l’Amministratore Delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, secondo cui gli Stati Uniti entreranno in recessione tra sei o nove mesi. Per il manager, l’S&P potrebbe scendere di un altro 20%. Nelle prossime settimane, sarà importante monitorare la stagione delle trimestrali in USA, che fornirà indizi sugli effetti dell’aumento del dollaro, sulle pressioni della domanda causate dall’inflazione e sul cambiamento dei piani di assunzione. Il focus sarà poi da porre sull’inflazione americana di settembre.

AGENDA MACRO

Data Appuntamenti in calendario
Giovedì
13/10
Si conosceranno i dati sull’inflazione tedesca e statunitense di settembre. Per gli USA inoltre, saranno pubblicate le rilevazioni sulle richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana.
Venerdì 14/10 Saranno pubblicati i dati dell’inflazione francese di settembre (finale). Lato USA, verranno rese
note le vendite al dettaglio USA di settembre e sulla fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan (ottobre, preliminare).
Lunedì 17/10 Attenzione all’inflazione italiana di settembre (finale) e sull’indice manifatturiero dello Stato di New York (ottobre).
Martedì 18/10 Verranno resi noti gli indici ZEW tedeschi e dell’Eurozona di ottobre. Per gli USA verranno invece pubblicate le misurazioni sulla produzione industriale (settembre).
Mercoledì 19/10 Focus sull’inflazione inglese e dell’Eurozona di settembre. Lato Stati Uniti, si conosceranno i dati delle nuove costruzioni abitative (settembre) e verranno pubblicati i Beige Book della Fed.

Focus: Tesla

Quotazioni vicine a supporti dinamici di rilievo

Dall’inizio dell’anno, le azioni Tesla stanno perdendo oltre il 36%. A pesare sulle quotazioni del colosso delle auto elettriche è stata anche la notizia relativa al fatto che Elon Musk sarebbe pronto a comprare Twitter. Secondo gli analisti, per finanziare l’operazione l’AD della società dovrebbe vendere tra i $ 2 e i 7 mld di azioni Tesla. Queste si aggiungerebbero agli oltre $15 mld in titoli venduti quest’anno. Tuttavia i corsi si trovano a ridosso dell’interessante supporto a 220 dollari, dove passa la trendline disegnata con i top del 31 agosto 2020 e i minimi del 5 marzo 2021. In questo quadro si potrebbe guardare al Certificato Memory Cash Collect Athena Express di Vontobel con ISIN DE000VX3JD14 e sottostante Tesla. Con questo Certificate si può ottenere una cedola trimestrale di 7,10 euro isieme al rimborso anticipato del valore nominale nel caso in cui, alle varie date di valutazione intermedie, il prezzo dei titoli sia uguale o superiore alla Soglia Bonus, al 105% del Prezzo di Riferimento Iniziale. Il Certificate beneficia dell’Opzione Memoria, che consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati. A scadenza (13 novembre 2023), se il prezzo di Tesla fosse pari o superiore alla Barriera, si riceverà solo il rimborso del valore nominale di 100 euro. Se il prezzo si dovesse trovare al di sotto della Barriera, il Certificato replicherà la relativa performance. Qualora il titolo fosse al di sopra del 105% del Prezzo di Riferimento Iniziale, l’investitore otterrà il valore nominale del prodotto, oltre al premio del periodo e a quelli eventualmente conservati in memoria.

Dai Fatti agli Effetti

S&P 500 al test della stagione delle trimestrali

 
Il Fatto

La stagione delle trimestrali sta per iniziare in USA e gli analisti di FactSet si attendono che i risultati del periodo luglio-settembre 2022 crescano al ritmo minore dal Covid. Il Financial Times riporta come ora le stime sono per una crescita degli utili delle aziende dell’S&P 500 su base annuale del 2,6%, contro il 9,8% inizialmente stimato a luglio. In termini monetari, si tratta di 34 miliardi di dollari in meno. Queste stime riflettono la preoccupazione degli investitori su inflazione e sulle politiche monetarie aggressive della Federal Reserve. I temi da monitorare saranno diversi e riguarderanno l’impatto dell’aumento dei prezzi sulle aziende in termini di costi e domanda, il cambiamento dei piani di assunzione e la situazione dei magazzini. Diversi esperti mostrano anche come ulteriori problemi potrebbero arrivare dalla forza del dollaro americano, in quanto un terzo dei ricavi delle compagnie dell’S&P 500 è ottenuto all’estero. 

 

L'Effetto

Da un punto di vista grafico, le quotazioni dell’S&P 500 si trovano nei pressi dei minimi annuali. Per i venditori, il livello chiave da monitorare è quello dei 3.600 punti che, se fosse violato, aprirebbe le porte ad una continuazione del downtrend verso la soglia psicologica dei 3.400 punti. La tendenza sul principale indice di Borsa statunitense continua ad essere orientata al ribasso e solo con un ritorno della forza oltre i 3.800 punti si potrebbe assistere ad un primo segnale positivo che permetterebbe ai compratori di mirare dapprima sui 3.920 punti, per poi passare ai 4.000 punti. Un’indicazione decisamente più positiva arriverebbe dalla rottura di quest’ultimo livello, che coincide con il breakout della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 4 gennaio e 29 marzo 2022. Se ciò dovesse accadere, si aprirebbero le porte ad un approdo sui 4.300 punti.

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S&P 500 - 1 anno - Fonte: Bloomberg
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S&P 500 - 5 anni - Fonte: Bloomberg

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Rischi

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