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Weekly Note: In USA l’inflazione si dimostra più resistente delle attese

20 feb 2023 | 2 Minuti di lettura
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Durante la scorsa settimana, i riflettori sono stati rivolti al livello dei prezzi negli Stati Uniti. In particolare, a gennaio l’inflazione statunitense su base annuale si è attestata al 6,4% e al 5,6% nella misurazione core, che esclude le componenti più volatili.

Scarica il PDF della Weekly Note - Settimana 20/02- 24/02

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Durante la scorsa settimana, i riflettori sono stati rivolti al livello dei prezzi negli Stati Uniti. In particolare, a gennaio l’inflazione statunitense su base annuale si è attestata al 6,4% e al 5,6% nella misurazione core, che esclude le componenti più volatili. Sebbene la rilevazione dimostri una discesa su base sequenziale, le attese degli investitori sono state deluse, in quanto le previsioni erano rispettivamente per un 6,2% e un 5,5%. La resilienza dell’indice dei prezzi al consumo nella prima economia mondiale è stata mostrata anche dalle successive rilevazioni dell’indice dei prezzi alla produzione, cresciuto del 6% a/a (consensus al 5,4%). Per quanto riguarda l’Europa invece, proseguono le indicazioni “da falco” dei vari esponenti della BCE. In particolare, Isabel Schnabel ha sottolineato che gli investitori starebbero sottovalutando la persistenza dell’inflazione e le misure necessarie per riportare la rilevazione sotto controllo. Inoltre, il picco del costo del denaro previsto dai mercati al 3,5% “potrebbe essere troppo ottimista”. Per quanto riguarda le materie prime focus sul petrolio, dove l’IEA ha alzato le stime sulla domanda globale di 2 milioni di barili al giorno portandole a 101,9 milioni di barili al giorno.

APPUNTAMENTI MACRO

Data Appuntamenti in calendario
Lunedì
20/02
Saranno pubblicati i dati sulla fiducia dei consumatori dell’Eurozona (febbraio, preliminare).  
Martedì 21/02 Focus sugli S&P Global PMI manifatturieri, dei servizi e compositi di febbraio (preliminare) per Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito e USA. Verranno rese note anche le misurazioni sugli ZEW tedeschi di febbraio.
Mercoledì 22/02
Attenzione all’inflazione tedesca e italiana di gennaio (finali). Per la Germania si conosceranno anche i dati sugli indici IFO di febbraio, mentre lato USA verranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed.
Giovedì 23/02 Si conosceranno le rilevazioni sull’inflazione dell’Eurozona (gennaio, finale), mentre per gli USA focus sul PIL del 4° trimestre (seconda lettura) e sulle richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana.
Venerdì 24/02 Verrà pubblicato il PIL tedesco del 4° trimestre, mentre lato USA focus su redditi e spese personali (gennaio) e sulla fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan (febbraio, finale).

 

 

Focus su PIL USA e inflazione UE

Per l’ottava appena cominciata, uno dei principali focus sarà relativo alla stagione delle trimestrali. Guardando ai dati Bloomberg, in USA delle 1.452 società che al 17 febbraio hanno pubblicato i risultati, il 56% ha pubblicato ricavi oltre le attese degli analisti, mentre il 61,76% ha superato il consensus sugli utili. Per quello che invece riguarda l’Europa occidentale, delle 649 aziende ad aver reso noto i risultati del 4° trimestre 2022, il 58,16% ha superato il consensus sul fatturato e il 46,10% lo ha fatto per gli EPS. Tra i risultati da monitorare in questa settimana troviamo Walmart (21 febbraio), eBay, Nvidia (22 febbraio) e Booking (23 febbraio). Per l’Italia saranno invece da osservare i risultati di Campari, Recordati (21 febbraio), Pirelli, Stellantis (22 febbraio) ed ENI (23 febbraio). Sul fronte dei dati macroeconomici, tra gli appuntamenti più importanti troviamo gli S&P Global PMI manifatturieri, dei servizi e compositi di Eurozona e Stati Uniti (attese per la misurazione composita di 50,6 e 47,5 punti). Inoltre, il focus sarà sui verbali dell’ultima riunione del FOMC, i quali potrebbero offrire maggiore chiarezza sulle prossime intenzioni della Fed. Le stime per l’inflazione dell’Eurozona di gennaio (finale) sono per un incremento all’8,6% dal precedente 8,5%, mentre quelle per la seconda lettura del PIL USA sono per uno stabile 2,9%. Attenzione infine alle spese e i redditi personali in USA (gennaio), previsti entrambi in crescita dell’1%.

Adidas: le attese dopo il profit warning

Lo scorso 10 febbraio, le quotazioni di Adidas sono crollate del 10,88% per il profit warning lanciato dall’azienda. Nello specifico il gruppo ha comunicato che, a causa delle scorte di scarpe Yeezy, i ricavi potrebbero ridursi di 1,2 miliardi di euro nel 2023, con l’utile operativo in flessione di 500 milioni di euro. Le sneakers create in collaborazione con il rapper Kanye West non sarebbero vendibili per via della decisione aziendale di terminare la partnership. Adidas sta ancora valutando se vendere queste scorte con un nuovo marchio: se così non fosse, si potrebbe registrare una perdita operativa di 700 milioni di euro. Guardando ai risultati preliminari diffusi dalla società, nel 2022 sono stati registrati ricavi per 22,511 miliardi di euro (+6% a/a), mentre i profitti operativi sono stati di 669 milioni di euro (ben al di sotto degli 1,986 miliardi del 2021). Per Bjørn Gulden, AD del gruppo da inizio 2023, le sfide sono numerose. Oltre alla questione Yeezy infatti, deve fare i conti con il rallentamento delle vendite in Cina e la linea creata in collaborazione con la cantante Beyoncé che non sta dando i risultati sperati. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, nelle proiezioni del gruppo si sarebbe creato un buco di oltre 200 milioni di dollari. Secondo gli analisti censiti da Bloomberg, nel periodo 2023-2025 i ricavi di Adidas potrebbero passare da 21,615 miliardi di euro a 25,443 miliardi, mentre gli utili per azione da -0,07 euro a 7,79 euro. Per quanto riguarda le azioni, gli esperti mostrano una forte indecisione con 7 giudizi “buy”, 23 “hold” e 6 “sell”. Il prezzo obiettivo a 12 mesi medio è a 145,04 euro, in linea con le quotazioni attuali. Stando alle stime Statista, a livello globale il settore dello sportswear dovrebbe crescere da 303,4 miliardi di dollari del 2021 a 451,1 miliardi nel 2028.

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Adidas - 1 anno - Fonte: Bloomberg
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Adidas - 5 anni - Fonte: Bloomberg

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Rischi

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