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Weekly Note: la guerra tra Russia e Ucraina mantiene volatilità elevata

3 mar 2022 | 3 Minuti di lettura
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I principali indici di Borsa a livello globale continuano ad avere un andamento caratterizzato da alta volatilità, con gli investitori che continuano a monitorare gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. Le sanzioni da parte di Europa e USA hanno colpito in maniera pesante Mosca, che è stata esclusa dal sistema dei pagamenti SWIFT.

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I principali indici di Borsa a livello globale continuano ad avere un andamento caratterizzato da alta volatilità, con gli investitori che continuano a monitorare gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. Le sanzioni da parte di Europa e USA hanno colpito in maniera pesante Mosca, che è stata esclusa dal sistema dei pagamenti SWIFT. Ad essere colpita è stata anche la Banca Centrale russa, con il divieto di effettuare transazioni con l’istituto e il blocco delle riserve in valuta estera. In un tentativo di mitigare gli effetti delle sanzioni, la Bank of Russia ha portato i tassi dal 9,5% al 20%, obbligando inoltre le società del Paese a girare l’80% dei ricavi in valuta estera allo Stato, con gli intermediari finanziari che non potranno acquistare i titoli russi dagli stranieri. Da evidenziare anche come Putin abbia messo in stato di massima allerta il sistema difensivo nucleare. Queste decisioni hanno provocato la chiusura della Borsa di Mosca, il crollo del rublo e una corsa agli sportelli nel Paese. In sostanza, le sanzioni hanno isolato la Russia, con l’obiettivo di metterne in ginocchio l’economia. Intanto, Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha dichiarato che la guerra ridurrà la crescita dell’Eurozona dello 0,3%-0,4% nel 2022. Oltre a questo, diversi esponenti dell’Eurotower hanno fatto intendere di essere favorevoli ad una minore fretta nella normalizzazione della politica monetaria. Intanto salgono le speranze per l’arrivo di un accordo tra i Russia e Ucraina, con le delegazioni dei due fronti che hanno iniziato le trattative impegnandosi a proseguirle nei prossimi giorni. È da segnalare infatti come le posizioni rimangano piuttosto distanti. Negli USA gli investitori guardano con attenzione al 4 marzo, quando verranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro di febbraio. Intanto, diversi Paesi potrebbero decidere il rilascio di parte delle riserve strategiche, in modo da arginare il rialzo del petrolio.

AGENDA MACRO

Data Appuntamenti in calendario
Giovedì
03/03
Le attenzioni degli investitori si concentreranno sugli IHS Markit PMI dei servizi e compositi per Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito, USA (finali) e Italia. Per gli Stati Uniti, focus anche sull’indice ISM non manifatturiero e le richieste di sussidi di disoccupazione.  
Venerdì 04/03 Saranno resi noti i dati sul PIL italiano del 4° trimestre 2021 (finale) e quelli sulle vendite al dettaglio dell’Eurozona di gennaio. I riflettori saranno poi puntati sui Non-Farm Payrolls, sul tasso di disoccupazione e sul salario orario medio USA di febbraio.
Lunedì 07/03
Nessun dato di rilievo da segnalare.
Martedì 08/03 Verranno pubblicate le rilevazioni in merito alla produzione industriale tedesca di gennaio, alle vendite al dettaglio italiane di gennaio e al PIL dell’Eurozona del 4° trimestre 2021 (finale).
Mercoledì 09/03 Focus sulla produzione industriale italiana di gennaio. Per gli Stati Uniti ci si concentrerà invece sui nuovi lavori JOLTs (gennaio) e sulle scorte di petrolio greggio dell’ultima settimana.

 

 

Focus: settore utility

La BCE intende rallentare la normalizzazione monetaria

Le tensioni tra Russia e Ucraina stanno facendo filtrare delle indiscrezioni in merito alla quale le Banche centrali potrebbero rallentare il loro percorso di rialzo dei tassi. Il settore delle utility potrebbe beneficiare di questa decisione, con le azioni di questo comparto che tendono a salire nei periodi di politiche monetarie ultra accomodanti grazie a dividend yield stabili e modelli di business piuttosto prevedibili. In questo quadro, si potrebbe guardare al Certificato Memory Cash Collect Express di Vontobel con ISIN DE000VX600A4 e sottostante Enel. Con questo Certificate si può ottenere una cedola mensile di 0,55 euro condizionata al fatto che, alle varie date di valutazione intermedie, il prezzo del titolo sia uguale o superiore alla Soglia Bonus. Il Certificate beneficia dell’Opzione Memoria, che consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati, e dell’Opzione Autocallable, che prevede la scadenza anticipata se alle date mensili di rilevazione il sottostante quota come o più del Livello di Rimborso. A scadenza (14 febbraio 2024), se il sottostante quoterà ad un prezzo pari o superiore a quello della Barriera, l’investitore otterrà il valore nominale del prodotto, oltre al premio del periodo e a quelli eventualmente conservati in memoria. Se il prezzo del sottostante si dovesse trovare al di sotto della Barriera, il Certificato replicherà la performance negativa del sottostante.
 
Fonte paragrafo: Vontobel.

Dai Fatti agli Effetti

EUR/USD: rottura 1,12 peggiora la struttura

Il Fatto

Anche sul mercato valutario pesa la guerra tra Russia e Ucraina. In particolare il principale cambio Forex, l’EUR/USD, ha aggiornato i minimi annuali arrivando su valori che non si vedevano da maggio 2020. L’euro è penalizzato dalla possibilità che la Banca Centrale Europea rallenti il suo percorso di normalizzazione monetaria. Ciò significa politiche ultra-espansive per più tempo di quanto previsto solo poche settimane fa, in un contesto in cui la Fed ha già iniziato a ritirare i suoi programmi. Oltre a questo, sulla BCE pesa anche l’incremento dei prezzi delle materie prime: sotto la lente il gas naturale, da cui il Vecchio Continente dipende da Mosca per circa il 40% delle importazioni. Dall’altro lato invece, il dollaro USA continua a svolgere la sua funzione di bene rifugio dai periodi di incertezza.
 

L'Effetto

Da un punto di vista grafico, la discesa al di sotto del supporto a 1,12 ha peggiorato la struttura tecnica di EUR/USD, che ora sembra diretto verso i successivi livelli di concentrazione di domanda posti in zona 1,10. Se questa zona dovesse cedere, si potrebbe assistere ad un’accelerazione dei venditori verso la zona compresa tra 1,09 e 1,08. Al contrario, un primo rimbalzo avrebbe la possibilità di riportare le quotazioni verso 1,12. L’impostazione del cambio appare comunque orientata decisamente al ribasso, e solo una violazione di 1,15 migliorerebbe la situazione nel medio periodo.

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EUR/USD - 1 anno - Fonte: TradingView
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EUR/USD - 5 anni - Fonte: TradingView

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Rischi

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